CERRETO SANNITA
(da IL SANNIO QUOTIDIANO 9 novembre
2018)
Sulla facciata dell’ex Convento di
Clausura un noto simbolo giudaico
“UN
GHETTO EBRAICO NELLA VECCHIA CERRETO”
L’ipotesi avanzata dall’ex vicesindaco
Morone, contattata la comunità romana
Antonio Caporaso
Da qualche giorno nella cittadina
titernina si discute di un ritrovamento. Una pietra che è stato per secoli
sotto gli occhi di tutti, ma che mai nessuno aveva osservato e cercato di
decifrare con attenzione. Solo ora, invece, l’occhio scrupoloso di qualcuno ha
alimentato il dibattito e l’attenzione.
La notizia è stata diffusa dall’ex
vicesindaco Lorenzo Morone che immediatamente ha avanzato l’ipotesi
dell’esistenza di un “ghetto ebraico” nella “Vecchia Cerreto”.
Morone ci riferisce dell’antica pietra
sulla quale sembra essere raffigurato un simbolo riconducibile alla tradizione
giudaica. E, da quanto si è constatato negli ultimi giorni, ce ne sarebbero
altri presenti a Cerreto Sannita.
Il particolare è stato catturato nello
scatto fotografico di Andrea Ferrigno. Quella sulla quale si è concentrate
l’attenzione di molti, non solo cerretesi, è una pietra presente sulla facciata
dell’ex Convento di Clausura fondato da Francesca De Sancto Fraymundo nel
1369.
Ci riferisce Morone: “Discutendone con
Andrea Ferrigno che mi ha fatto notare il particolare, sono realmente in
sincero imbarazzo perché sono tantissime le domande che mi sto ponendo in
merito all’interpretazione dello stemma. Sinceramente non so cosa possa
rappresentare”.
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l'ex Convento di Clausura |
Cercando di interpretarlo, Lorenzo
Morone, da sempre studioso di storia ed in particolare di quella del Titerno e
della Valle Telesina, ci riferisce: “Lo stemma ha qualche cosa di inquietante:
un albero incastonato in una stella. Nella tradizione giudaica il triangolo
equilatero simboleggia il nome di Dio, che è proibito pronunciare, per cui
normalmente non viene rappresentato. In sua vece compare il notissimo simbolo
della ‘Stella di Davide’, noto anche come ‘Sigillo di Salomone’, la stella a
sei punte”.
Da qui l’ipotesi ora più caldeggiata,
anche se ancora in fase embrionale perché mancano effettivi retaggi storici:
“Il simbolo veniva associato agli emblemi di famiglie sacerdotali dedite al
culto ebraico. Quindi l’idea che ci stiamo facendo è quella che a ‘Cerreto
Vecchia’ potevano esserci famiglie ebrea. Fatto comune in tanti paesi d’Italia,
ove esiste il Ghetto Ebraico, ma a Cerreto mi sembra che mai nessuno ne abbia
parlato. So solo (Italia Judaica) che alla vigilia dell’espulsione degli
ebrei dal ViceRegno di Napoli da parte di Ferdinando il Cattolico (1510)
risiedeva in Cerreto un nucleo ebraico. I re di Spagna (e di Napoli) Ferdinando
II d’Aragona e Isabella di Castiglia emisero il Decreto di Alhambra, con il
quale imposero l’espulsione delle comunità ebraiche che non si convertivano al
cristianesimo. Detto il Cattolico, Fernàn o Ferrante è proprio il re che
nel 1483 cedette ai Carafa ‘terram Cerreti cum casali Sancti Laurenzelli et
Civitelle’. Ecco perché penso che tutto sia collegato alla misteriosa scritta
che compare su una architrave cerretese”.
Sostanzialmente arrivano anche altri
importanti contributi. Il primo è quello di Claudio Conte che commenta:
“Notizia interessantissima. Quell'albero sembra essere una palma. Pianta desertica
e in linea con la tradizione ebraica. In rete ho trovato che rappresenta la
giustizia, palma, simbolo della giustizia (dal Salmo: ‘Il giusto fiorirà come
palma’)”. Il secondo è quello di Vittorio Vallone: “Il giusto trionferà. Nella
tradizione ebraica prima e dopo le numerose abiure il simbolo della palma da
datteri è utilizzata per dire ai posteri: Saremo sempre ebrei. Perciò ritengo
interessante la localizzazione”.
Michele Selvaggio, invece, precisa di
aver già messo in moto la Comunità Ebraica di Roma per riuscire a raccogliere
notizie storiche di maggiore chiarezza”.