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RETE “NATURA 2000”, SI LAVORA ALLE ZONE SIC


TABURNO
(da IL SANNIO QUOTIDIANO del 4 novembre 2018)

La Regione Campania ha richiesto la designazione dei Siti di Importanza Comunitaria

 RETE “NATURA 2000”, SI LAVORA ALLE ZONE SIC

Antonio Caporaso

L’ente di Piazza Vittorio Veneto sta lavorando alla redazione delle Misure di conservazione dei “Siti di Importanza Comunitaria” per la designazione delle “Zone Speciali di Conservazione” relative alla Rete Naturale 2000 stabilita dalla Regione Campania.
Le “Zone a Protezione Speciale” e i “Siti d'Importanza Comunitaria” posseggono una natura e una regolamentazione normativa diversa alle zone di protette regionali.
I siti della rete "Natura 2000" si classificano in: “Zone a Protezione Speciale” istituite allo scopo principale di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche di cui all'allegato I alla medesima direttiva; siti di “Importanza Comunitaria” individuati allo scopo principale di mantenere o ripristinare un determinato habitat naturale in uno stato di conservazione soddisfacente.
Natura 2000 è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "…conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali". Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.
La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).
Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell'importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all'occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000.