TABURNO
(da IL SANNIO QUOTIDIANO del 4 novembre
2018)
La Regione Campania ha richiesto la
designazione dei Siti di Importanza Comunitaria
L’ente di Piazza Vittorio Veneto sta
lavorando alla redazione delle Misure di conservazione dei “Siti di Importanza
Comunitaria” per la designazione delle “Zone Speciali di Conservazione”
relative alla Rete Naturale 2000 stabilita dalla Regione Campania.
Le “Zone a Protezione Speciale” e i
“Siti d'Importanza Comunitaria” posseggono una natura e una regolamentazione
normativa diversa alle zone di protette regionali.
I siti della rete "Natura
2000" si classificano in: “Zone a Protezione Speciale” istituite allo
scopo principale di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie
ornitiche di cui all'allegato I alla medesima direttiva; siti di “Importanza
Comunitaria” individuati allo scopo principale di mantenere o ripristinare un
determinato habitat naturale in uno stato di conservazione soddisfacente.
Natura 2000 è il principale strumento
della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si
tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione,
istituita ai sensi della Direttiva "Habitat" per garantire il
mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e
fauna minacciati o rari a livello comunitario.
La rete Natura 2000 è costituita dai
Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo
quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati
quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di
Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva
"Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.
Le aree che compongono la rete Natura
2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse;
la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche
"…conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità
regionali e locali". Soggetti privati possono essere proprietari dei siti
Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista
ecologico che economico.
La Direttiva riconosce il valore di
tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue
attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività
antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose
specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è
necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali,
come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della
Direttiva viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat
naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura
tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).
Un altro elemento innovativo è il
riconoscimento dell'importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un
ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati
membri sono invitati a mantenere o all'occorrenza sviluppare tali elementi per
migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000.