(da IL SANNIO QUOTIDIANO del 27 ottobre 2018)
L’opposizione sconfessa le dichiarazioni
di Mastrocinque di cinque anni fa
QUESTIONE MONTE CARUSO: “NESSUNA MESSA
IN SICUREZZA”
“Casali
totalmente insicuri, le reti di protezione non sono ancora collaudate”
Antonio Caporaso
Riprendendo un vecchio articolo che il
nostro giornale pubblicava in data 22 agosto 2013, il gruppo di opposizione
“LiberaMente”, punta il dito contro l'attuale vicesindaco, allora primo cittadino
Giovanni Mastrocinque, e riapre la questione relativa all’intervento di
risanamento di Monte Caruso. “In quell’articolo Mastrocinque addirittura si
vantava in questa mezza pagina di giornale, di come lui e la sua giunta erano
stati bravi ad intercettare fondi per la messa in sicurezza del monte Caruso.
Messa in sicurezza relativa all'installazione delle reti di protezione.
Faraonica opera costata all'incirca 2,5 milioni di euro”, ci riferiscono.
Ed ancora: “Finalmente, diceva, ‘…i
casali di Barassano, Leschito e Palazzo, potranno essere messi in sicurezza. Ed
ancora: ‘Serve un cambio di passo, un attenzione alla manutenzione del
territorio e al controllo dei fenomeni franosi’. Sul profilo facebook di
‘Rinascita Democratica’, pagina utilizzata dall'attuale amministrazione solo
per il periodo delle elezioni comunali del 2016, fu pubblicato questo articolo
sul quale veniva rimarcato: ‘Il risanamento del costone roccioso del Monte
Caruso è uno degli obiettivi centrati dall'Amministrazione Mastrocinque. La
sicurezza è stata e continuerà ad essere una priorità del nostro programma
elettorale’. Nulla di più falso, a distanza di cinque anni possiamo vedere
come quelle ‘belle’ parole dell'allora Sindaco Mastrocinque prima e Tommaselli,
poi, erano solo fumo negli occhi”.
Accusa l’opposizione: “Innanzitutto le
reti di protezione non ancora vengono collaudate, questo porta a considerare
che non si sa se tali reti siano sicure o meno. Tra l'altro, da quanto tempo
non viene effettuata una manutenzione delle stesse, per vedere, ad esempio, se
qualche cavo stia cedendo?”.
Ed ancora: “Dopo l'incendio dell'estate
del 2017, fu detto dal Sindaco Giuseppe Tommaselli che si sarebbe effettuato
quanto prima un sopralluogo dell'area colpita per monitorare e segnalare eventuale
presenza di caduta massi. Ad oggi, a distanza da un anno dell'incendio ancora
non viene effettuato un monitoraggio”.
Continua la nota: “Pensare che ci si
vantava della manutenzione del territorio, soprattutto per i fenomeni franosi.
La risposta che ci fornì il Sindaco Tommaselli ad una nostra richiesta fu che
il monitoraggio sarebbe stato effettuato dalla ditta che aveva realizzato le
reti di protezione, monitoraggio che faceva seguito al collaudo. In pratica
senza collaudo non può essere effettuato il monitoraggio. Ma forse il
Sindaco non sa che ci sono altre figure più specifiche che potrebbero
effettuare sopralluoghi, che non per forza bisogna aspettare una ditta che
evidentemente attende di essere liquidata e non provvede né al collaudo e né al
monitoraggio”.
Conclude LiberaMente: “Quei casali che
oggi dovevano essere sicuri, in realtà non lo sono. Leschito, Palazzo e
Barassano sono rioni soggetti a frane e caduta massi e l'attuale
amministrazione non pensa neanche ad un piano di emergenza. Né tanto meno
pensa ad un piano di recupero boschivo, con una ripiantumazione di alberi o di
idonee piante che, grazie al loro apparato radicale, mantengono stabile il
terreno nel tempo. Ci sarebbe da fare molto per il monte Caruso, per renderlo
sicuro, stabile e per ridargli nuova linfa. È arrivato il momento che
Mastrocinque e Tommaselli si facciano un bagno di umiltà e intervengano al più
presto per rendere sicura la montagna e garantire ai residenti più
tranquillità”.