AMOROSI
IL SANNIO QUOTIDIANO 13 febbraio 2019
L’associazione nazionale ha voluto dare
il “benvenuto” al nuovo Comune
ADESIONE A “CITTÀ DEL VINO”, ARRIVA
L’UFFICIALITÀ
L'Associazione tramite il suo portale
ufficiale ha dato il benvenuto ad una nuova Città del Vino, il Comune di
Amorosi. Dopo Telese Terme e Faicchio, va a buon fine un’altra richiesta da
parte dei centri sanniti.
La cittadina telesina, per volontà del
suo primo cittadino Peppe Di Cerbo, ha aderito al progetto del “Sannio
Falaghina”, promosso da Guardia Sanframondi, Castelvenere, Sant’Agata de’ Goti,
Solopaca e Torrecuso. Tale iniziative, come ormai tutti sanno, ha resto questa
fetta del Sannio beneventano, “Capitale Europea del Vino”.
il sindaco Giuseppe Di Cerbo |
Questa la presentazione che Città del
Vino fa di Amorosi: “Esteso a forma di croce sulla sponda sinistra del fiume
Volturno e sulla destra del Calore, ha origine nel IX secolo, sviluppatasi
intorno al castrum Amorusii o Amerusii, - già parte integrante come casale
dell’antica Telesia - quando si ebbe la maggiore valorizzazione delle nostre
terre ad opera dei Longobardi. La genesi del nome è incerta: l’ipotesi più
plausibile è che derivi da un nobile longobardo di nome Amoroso. Con i titoli
di Principe, Marchese e di Barone possedettero le terre di Amorosi in feudo le
più prestigiose famiglie feudali presenti nell’Italia Meridionale (Sanframondo,
Carafa, Gaetani, Colonna, Siscar, Loffredo dei Marchesi di Monteforte,
Caracciolo, Piscitelli). Nel 1734 vi si fermò - ospite dei Caracciolo - Carlo
di Borbone che veniva alla conquista del Regno di Napoli. In seguito, nel 1852,
passò per Amorosi anche Ferdinando II per stabilire la costruzione di un ponte
sul fiume Calore e nel 1860 Amorosi ha ospitato a più riprese truppe borboniche
e garibaldine interessate ad azioni militari lungo la linea Caiazzo-Ponti della
Valle. Tra i suggestivi luoghi d'interesse, ricordiamo la Chiesa di San Michele
Arcangelo affiancata da un bel campanile settecentesco a tre ordini,
caratterizzato dalla bicromia del tufo grigio e del tufo giallo e un cupolino
rivestito da embrici maiolicati gialli e verdi. Al suo interno sono custodite
pregevoli opere d'arte prevalentemente dei secoli XVIII e XIX, come la pala
della Madonna del Rosario e il dipinto raffigurante San Michele Arcangelo che
uccide il diavolo. Soprannominato "palazzo della Camera Marchesale",
Palazzo Piscitelli fu spesso dimora dei feudatari ed attualmente di proprietà
della famiglia Piscitelli. Costruito nel 1775, Palazzo Maturi è stato acquisito
dal Comune di Amorosi nel 2006, utilizzato per mostre e manifestazioni e, dopo
un lungo ed accurato restauro, nel 2014
adibito a Casa Comunale. La struttura ospita il Polo Culturale e Museale della
Fondazione "Allori", che accoglie un'importantissima collezione di
immagini e cimeli della Storia d'Italia dalla fine dell'800 al 2000. Tra i
motivi per una visita, naturalmente, una degustazione dei vini locali: le DOC
Falanghina del Sannio e Sannio e le IGT Beneventano e Campania”.