CAMPOLI DEL MONTE TABURNO
(da IL SANNIO QUOTIDIANO del 7 ottobre 2018)
IL BAR CHE RIPUDIA LE SLOT MACHINE
IL BAR CHE RIPUDIA LE SLOT MACHINE
Ne avevamo parlato nel 2016, la “sfida”
di Caporaso apprezzata dal Vescovo Domenico Battaglia
“Ho ripudiato il gioco d’azzardo nel mio locale per rispetto della dignità umana”
Antonio Caporaso
“Fermiamo questa che è una vera e
propria emorragia. Nella nostra provincia il problema delle slot è evidente, ma
è sommerso e riduce sul lastrico tante famiglie. C’è bisogno di dare un segnare
forte che permette di comprendere a tutti che il nostro lavoro è tangibile. Non
si può andare avanti così”. Questo ile forti parole di monsignor Domenico
Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita – Telese Terme – Sant’Agata de’ Goti,
pronunciate non meno di dieci giorni fa in occasione dell’incontro con i
sindaci dei Comuni della diocesi, nel salone degli Stemmi a Sant’Agata.
L’appello, seppur condiviso da tutti gli
amministratori, sembra essersi concluso in un nulla di fatto. Infatti allo
stato attuale, malgrado in diversi comuni alcuni esponenti politici – ma anche
le associazioni operati sul territorio – hanno espressamente richiesto un
intervento per approvare il Documento redatto dall’Osservatorio Diocesano
Contro il Gioco d’Azzardo, è ancora tutto fermo in una condizione di stallo.
Chi invece ha voluto esprimere massima
condivisione con l’iniziativa del Vescovo Battaglia, è Nazzareno Caporaso di
Campoli del Monte Taburno.
Seppur Campoli sia parte
dell’Arcidiocesi di Benevento, Caporaso ha da tempo, ancor prima della sfida di
Battaglia, avviato una vera e propria crociata con le slot machine. A conferma
di questo c’è il suo Bar – Edicola – Tabacchi “Taburno”, che mai ha aderito al
sistema delle Slot e ha ripudiato, dopo averli avuti per un periodo, anche i
“gratta e vinci”.
Già a luglio di due anni fa, in
concomitanza con la nostra inchiesta sul gioco d’azzardo nel Sannio, ospitammo
sulle pagine di questo giornale la testimonianza dell’esercente Nazzareno
Caporaso, titolare di una attività commerciale che si tramanda di padre in
figlio da ormai tre generazioni, in pratica dagli anni ’30, quando “nonno”
Nazzareno aprì il primo bar poi passato al figlio Cosimo.
Quanto riferitoci da Caporaso nel 2016,
è confermato oggi: “Quella compiuta è una scelta di vita, certo oggi dobbiamo
fare i salti mortali con una pressione fiscale impressionante, la crisi che
comunque attanaglia le famiglie e le attività commerciali, ma mai ho voluto
compiere un gesto che considero sbagliato. Le Slot Machine, sarebbero per me un
guadagno facile che mi permettere di aumentare di parecchio il mio fatturato,
ma sono agli antipodi dell’etica e della morale e mai cercherò questa strada
sapendo che qualcuno può rovinarsi la vita. Il mio pensiero sarà sempre lo
stesso: bandire le macchinette mangiasoldi”.
Una scelta imprenditoriale da
apprezzare, che certamente fa onore a Nazzareno Caporaso, che si dice anche
pronto a voler appendere nel proprio locale un cartello nel quale scrivere:
“Questo bar rispetta la dignità umana per questo ha da sempre bandito le slot
machine”.
Una scelta, quella di Nazzareno
Caporaso, che ha trovato pieno apprezzamento nella curia cerretese. Presto,
infatti, ci sarà un incontro con il vescovo Battaglia, che raccoglierà la
testimonianza dell’esercente campolese.