sportellodeidiritti.org 10
novembre 2018
Si
potrebbe partire dagli elefanti e per molti l’idea è sicuramente da prendere in
esame
AMBIENTE, REINTRODURRE SPECIE ESTINTE
Certi
mammiferi in territori in cui sono scomparsi o dove non sono mai esistiti, utile
a combattere i cambiamenti climatici
Giovanni
D’Agata
La
rivista della Royal Society dedica un'intera questione alla reintroduzione di
specie selvatiche come mezzo per combattere il riscaldamento globale. Un metodo
più noto sotto il nome di "ré -auvage" secondo cui "si stanno
accumulando prove per dimostrare che la perdita globale di fauna selvatica, o
'defaunazione', coinvolge non solo la perdita degli animali autoctoni ma anche
le funzioni che soddisfacevano negli ecosistemi,". A sostenerlo, rileva
Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i ricercatori
olandesi Elisabeth Bakker e Jens-Christian Svenning. Pertanto, per ripristinare
questo equilibrio perduto, il metodo consisterebbe nel reintrodurre grandi
mammiferi sui territori in cui sono scomparsi. E l'idea si sta facendo strada.
Così, uno studio australiano pubblicato sulla stessa rivista ha descritto lo
scorso ottobre l'impatto positivo di questi animali nel ridurre gli incendi
durante le siccità e ondate di calore. Infatti, nelle aree spopolate da alcuni
erbivori, gli scienziati hanno notato un aumento della superficie calcinata.
L'assenza di questi animali ha cambiato il paesaggio e la sua regolazione
naturale: gli erbivori pascolano e riducono il combustibile che consente alle
fiamme di diffondersi. Elefanti in Europa? "Condurre animali di grossa
taglia che sono responsabili della stabilizzazione degli ecosistemi e del
sostegno della biodiversità lascia gli stessi animali a riparare i processi
ecologici, specialmente negli ecosistemi che sono stati degradati dalle
estinzioni di specie passate", dice il professore. Christopher Johnson,
co-autore dello studio è un ricercatore che considera, inoltre, "audace e
coraggiosa" la reintroduzione "ippopotami ed elefanti" in
Europa. Europa, candidato ideale. L'Europa sembra davvero il "candidato
ideale", perché i grandi mammiferi non sono molto numerosi nel Vecchio
Continente. Finché la catena alimentare è preservata e le condizioni di
adattamento di queste specie sono ottimizzate in Europa, la presenza di alcuni
erbivori potrebbe aiutare a "ripristinare gli ecosistemi" e
"liberare la natura dalle azioni umane". In breve, lasciare che
l'animale si prenda cura del suo ambiente. Il concetto non è ovviamente unanime
nella comunità scientifica e alcuni esperti non nascondono il loro scetticismo
su questa visione ingenua che sarebbe, secondo loro, una "goccia d'acqua
nell'oceano". Un'iniziativa ambiziosa ha dato i suoi frutti nella tundra russa
in Estremo Oriente. Il parco del Pleistocene (Siberia), un tempo abitato da
mammut a perdita d'occhio, ha reintrodotto mandrie di alci, alci, renne,
cavalli e bisonti con risultati molto incoraggianti.