NUMEROSI CASI DI MORBILLO, LA CAUSA SAREBBE LA
FIGLIA DI NO-VAX
Giovanni D’Agata
Sarebbe stata una bambina di 10 anni, a provocare
la sequenza di casi di morbillo registrati a Bari nelle ultime ore. La bimba è
ricoverata nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni
XXIII, i cui medici hanno accertato cinque casi della malattia, mentre tre, che
riguardano adulti che hanno avuto a che fare con il nosocomio barese, sono in
via di definizione. Secondo i sanitari la bambina avrebbe contagiato la
sorellina e un altro bimbo, di appena 11 mesi, ricoverato al Giovanni XXIII per
un'otite. «Pare che il nesso, che in termini tecnici chiamiamo linkage, sia la
frequentazione del reparto di Malattie infettive dell’ospedale pediatrico, dove
è stato isolato il caso indice, quello da cui sarebbe partita la catena» ha
spiegato a Repubblica la direttrice del laboratorio di Epidemiologia
dell’università e centro di riferimento pugliese Maria Chironna. Gli esami
dovranno stabilire se il ceppo del morbillo è identico in tutti i contagiati,
ma Chironna rileva che qualcosa è andato storto: «O non c’è stato l’isolamento della bambina
che rappresenta il caso indice, oppure è stato poco efficace e le maglie si
sono allargate».
I
fatti, per come emergono dai primi riscontri epidemiologici raccolti dal
dipartimento di prevenzione della Asl di Bari, possono essere riassunti così. A
metà ottobre una bimba di 10 anni, non vaccinata e figlia di no-vax, viene
ricoverata per sospetto morbillo presso il reparto Infettivi del Giovanni XXIII.
I protocolli prevedono in questi casi la notifica immediata ai servizi di
igiene pubblica e l’isolamento stretto di madre e bambina. Sul punto sono in
corso verifiche. Ciò che è certo è che il morbillo contagia, in poco tempo,
pure la sorella minore della bimba, anche lei non vaccinata, e un bimbo di 11
mesi, ricoverato nello stesso reparto per una otite, non vaccinato perché
troppo piccolo. Si ammalano anche (e finiscono al Policlinico) una donna di 37
anni e un ventenne, addetto alla sorveglianza del reparto del «Giovanni XXIII».
Altri tre adulti contraggono la malattia e sono ricoverati al Policlinico, due
con epatite e uno a rischio di sviluppare polmonite (sono tutte complicanze del
morbillo), tutti e tre con una correlazione epidemiologica con gli altri: il
contagio, a quanto sembra, potrebbe essere avvenuto al Pronto soccorso del
Policlinico, dove una donna con sospetto morbillo è stata tenuta in
osservazione per 12 ore. E sembra non essere finita qui: ieri, sempre al
Policlinico, ancora una volta tramite il Pronto soccorso, è stata ricoverata
per sospetto morbillo una donna, madre di due gemelle, una delle quali era stata
ricoverata al Giovanni XXIII. Per avere la certezza del contagio si attendono
le analisi affidate dal laboratorio di Epidemiologia.
L’ultima grande epidemia di morbillo si è diffusa in Italia,
nel 2002, con oltre 40.000 bambini contagiati, più di 600 ricoverati in
ospedale, 15 encefaliti e 6 decessi. Lo “Sportello dei Diritti” che si occupa
anche di tutela della salute dei cittadini, porta all’attenzione del pubblico
l'allerta di oggi, utile anche per chi si reca nei nosocomi ed in particolare nei
reparti a rischio infezioni, anche per evitare il contagio da malattie o virus
trasmissibili. Perchè alla luce di tali dati, per Giovanni D'Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, è opportuno far evitare proprio ai più piccoli e
agli immunodepressi le visite di cortesia a trovare amici e familiari presso
gli ospedali.