articoli soggetti a copyright, condivisione e riproduzione consentita solo citando fonte ed autore
"Non ho potuto sempre dire tutto quello che volevo, ma non ho mai scritto quello che non pensavo" (Indro Montanelli)

L’AGRICOLTURA CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO


TELESE TERME
(da IL SANNIO QUOTIDIANO 27 novembre 2018)

Sottoscritto il documento Cia per salvaguardare territorio e infrastrutture

L’AGRICOLTURA CONTRO IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

“La rinascita passa attraverso percorsi che favoriscono relazioni virtuose tra le risorse socio-economiche”
 
il sindaco Pasquale Carofano


Antonio Caporaso

Nei giorni scorsi l’amministrazione ha approvato un documento redatto dalla Cia che prevede la definizione di un progetto generale di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale. Un atto importante, quello dell’esecutivo guidato dal primo cittadino Pasquale Carofano, anche al fronte del fatto che la cittadini termale si estende proprio su uno dei tratti viari più importante dell’intera provincia, la Strada Statale 372 “Benevento – Caianello”. Tale asse stradale, soprattutto negli ultimi anni, è da sempre oggetto di critiche da parte di cittadini ed associazioni che ne contestano la condizione di vetusta fatiscenza.
Un atto, quello sottoscritto dal governo telesino, che impegnare l'amministrazione a farsi promotrice, per quanto di competenza e sul territorio di riferimento, delle politiche, azioni e interventi proposti dalla “Cia-Agricoltori Italiani” che si è detta preoccupata per la condizione delle strade su tutto il territorio nazionale.
Nel documento si legge: “I diffusi ritardi infrastrutturali e la necessità di manutenzione del territorio nazionale sono stati drammaticamente riportati alla ribalta dagli eventi che, nel mese di agosto, hanno colpito la città di Genova. I territori italiani sono sempre più colpiti da fenomeni di erosione, frane ed alluvioni. Si stima che l'8% del territorio nazionale e 6 milioni di residenti siano esposti ad alto rischio idrogeologico e che i comuni interessati da questi fenomeni siano oltre l'80% del totale. Le conseguenze derivanti dai fenomeni sopra evidenziati assumono una connotazione particolarmente accentuata nelle aree interne e rurali del paese le quali, conseguentemente, sono sempre di più a rischio abbandono e scomparsa”.
Da qui il monito della Cia che considera “…iI ruolo dell'agricoltura e degli agricoltori diventa particolarmente strategico per arginare i fenomeni sopra richiamati. La presenza di una agricoltura sostenibile rappresenta, infatti, il miglior presidio contro il dissesto”.
Ingresso Comune Telese Terme
Il progetto auspica ad una “…rinascita infrastrutturale del paese che passa necessariamente attraverso percorsi in grado di favorire relazioni virtuose tra le varie risorse socio-economiche diffuse sul territorio (agricoltura, cultura, turismo, artigianato, commercio, servizi, manifattura, ecc..)”.
La sfida verte anche sull’interpretazione di un ruolo importante degli immigrati, infatti si precisa: “Per invertire la rotta, in particolare sul fronte dell’abbandono e della senilizzazione della popolazione residente nelle aree rurali e marginali del Paese, una gestione efficace dell'immigrazione può rappresentare un'opportunità da cogliere soprattutto”.
La giunta Carofano ammette che “…la definizione di un progetto di manutenzione infrastrutturale del territorio nazionale non è più rinviabile e, in tale ambito, l'agricoltura, alla pari e in piena sinergia con le altre risorse socio-economiche dei territori, dovrà svolgere un ruolo da protagonista”.
Sul progetto: “Una volta definito il suo obiettivo generale, dovrà necessariamente essere attuato attraverso una serie d’iniziative tra cui prioritarie sono: politiche e interventi orientati al governo del territorio: dalla prevenzione dei disastri ambientali, al mantenimento della biodiversità, fino alle politiche di gestione del suolo e alle azioni per la riduzione del gap infrastrutturale (in particolare nelle aree interne e rurali del Paese); azioni che possano favorire e sviluppare politiche di filiera a forte vocazione territoriale”.
Conclude la nota: “In tale ambito, sarà necessario allargare le relazioni settoriali ‘classiche’ a nuovi orizzonti (mondo produttivo, artigianale, turismo, commercio, consumatori, collettività) e, al loro interno, favorire processi d'innovazione sostenibile (anche sociale); nuove e più incisive politiche di gestione della fauna selvatica, i cui danni hanno assunto una dimensione insostenibile anche in termini sicurezza nazionale, necessarie per avviare il processo di revisione del quadro normativo nazionale. In quest'ottica, la separazione tra l’interesse privato/ricreativo riscontrabile nell’attività venatoria e quello pubblico, riferibile al contenimento e alla gestione dei carichi, non è più rinviabile”.
Infine si dovrà pensare ad un “…rinnovato protagonismo degli Enti locali sul fronte della politica agricola comune, visto il ciclo di riforma in itinere e le tante implicazioni della Pac sul progetto che si vuole definire”. Ma anche a “…specifiche politiche d'integrazione all'interno delle aree interne del Paese al fine di favorire processi di ricambio generazionale e salvaguardare l'assetto socio- economico dei territori rurali”.